L’abitato di Castelli (500 m), di origine medioevale, appare all’improvviso, percorrendo la strada provinciale n. 37, dopo aver superata la frazione Casette-Faiano. Sorprende piacevolmente per la sua caratteristica e salda posizione, a ridosso di uno sperone breccioso profondamente eroso dai corsi d’acqua Rio e Leomogna. Le case sono sostenute da imponenti arcate in pietra (lo steccato), periodicamente consolidate. Particolare la percezione paesaggistica e, sullo sfondo di una zona calanchifera, si osserva una sovrastante cornice verdeggiante di boschi con le pareti e le cime maestose dei Monti Camicia (2564 m) e Prena (2561 m), che compongono una parte dalla catena del Gran Sasso d’Italia. Castelli è famoso a livello internazionale per la tradizionale lavorazione artistica della ceramica che, pur costituendo ancor oggi l’attività economica principale, ha conosciuto in passato la sua fortuna maggiore. Superato il Ponte Grue, in prossimità del quale sono ancora visibili antichi mulinetti ad acqua per la produzione dello smalto ceramico (uno dei quali è stato donato al Cai che è impegnato nell’opera di recupero), si entra in paese per la via Francesco Antonio Grue e subito si cominciano a scoprire, le antiche fabbriche artigiane che continuano ancora essere attive in molte zone del paese. Più avanti, si apre la piazzetta del mercato sulla quale si affaccia il retro del palazzo del Cardinale Silvio Antoniano (1540-1603). Sono ancora visibili le tracce della costruzione originaria, in particolare il tratto di un lungo porticato ornato di colonne. Una breve e ripida strettoia immette in piazza Marconi con la chiesa di S Rocco, ricostruita nel 1950. Sulla fianco della chiesa si inerpica l’ampia scalinata di via Concezio Rosa e che conduce alla parte alta del paese, che ospita alcune fabbriche. Il percorso è anche parte del Sentiero Italia che, provenendo da Isola del Gran Sasso, attraversato Castelli, prosegue per Rigopiano (PE) e Castel del Monte (AQ).
Dalla piazzetta Marconi si imbocca con breve scalinata la Scesa del Borgo sulla quale si affacciano diversi laboratori di ceramica. Sulla destra, in via del Giardino, è la bottega di Di Simone Antonio che conserva intatte con attrezzature, stampi, suppellettili ed utensili l’atmosfera e la suggestione de la pendeca artigiana dei secoli passati. In fondo alla Scesa del Borgo, su agevole sentiero che si snoda sotto lo strapiombo dell’abitato si incrocia subito sulla sinistra la zona di scavo discarica Grue e poco oltre un esemplare di forno a respiro ancora funzionante (ricostruito da D’Egidio Antonio nel 1986) per la cottura a legna della ceramica. Dalla piazzetta Marconi, lasciandosi alle spalle la chiesa di S. Rocco ed alla sinistra il palazzo Antoniano si accede al centro storico,risistemato nella pavimentazione con un intervento del Parco. Ci si affaccia dallo steccato sulla sottostante vallata del Leomogna e sull’imponente scenario montuoso della catena del Gran Sasso (da questo belvedere si pratica, nel mese di agosto, il tradizionale lancio dei piatti). Sulla Piazza Roma si aprono quattro strette strade a pettine disegnate da edifici medioevali in pietra e muratura, ricchi di portali, architravi, iscrizioni ed elementi decorativi anche moderni dell’Istituto d’Arte). In fondo alla via Carmine Gentile è la casa di Orazio Pompei (1500) Sulla piazza Roma si affaccia la chiesa di S.Giovanni Battista che è la parrocchiale.
Oltre la chiesa di S. Rocco prosegue la provinciale che, con percorso a tornanti sullo sperone breccioso, conduce dopo circa 1,5 km. ad incrociare sulla sinistra una ripida e breve salita per accedere alla chiesetta campestre di S Donato (pregevole per il soffitto maiolicato). Poco oltre la strada si allarga in ampio piazzale davanti al seicentesco convento francescano con annessa chiesa di S. Maria di Costantinopoli che attualmente ospita il Museo delle ceramiche di Castelli e, adiacente, il complesso degli edifici dell’Istituto Statale d’Arte per la ceramica F. A. Grue. Ancora circa tre km. e si trova Villa Re, frazione di Castelli, sorta sull’area occupata dalla medioevale abbazia benedettina di S Salvatore (1000-1100) e costruita quasi interamente con materiali asportati dall’antico insediamento. La strada provinciale prosegue con tratto pedemontano e raggiunta la località Rigopiano accede, verso l’alto, attraverso il valico Vado di Sole (m. 1600) alla piana di Campo Imperatore (L’ Aquila) e verso la valle, in basso, a Farindola, Penne e Pescara.
CASTELLI E LE MAIOLICHE
L’origine medievale e l’importanza per la produzione di maiolica dipinta era acclarata, ma le ultime ricerche hanno spostato l’attenzione degli studiosi sulla produzione del ‘400 e del ‘500. Le campagne di scavo negli scarichi della fornace dei Pompei, la più antica famiglia di ceramisti castellani storicamente accertata, hanno riportato alla luce frammenti con decorazione tardo quattrocentesca. Di Orazio Pompei, capostipite della dinastia, sono le due più antiche maioliche datate di Castelli: una mattonella raffigurante la Madonna col Bambino, del 1551 e una targa con l’Annunciazione, del 1557. La maiolica cinquecentesca di Castelli è stata notevolmente rivalutata con l’attribuzione, in base a confronti con i frammenti recuperati negli scarichi della fornace Pompei e con i mattoni del soffitto di S. Donato, della serie di vasi da farmacia conosciuta come Orsini-Colonna che comprende diversi pezzi conservati nei maggiori musei del mondo, tra i quali l’Ermitage di Pitroburgo, che nel 2007 ha esposto la sua collezione a Castelli. Le attuali fabbriche di ceramica, attive tutto l’anno, offrono al turista ed all’appassionato una produzione artistica e d’uso, che riesce a soddisfare ogni esigenza.
Da visitare:
CHIESA DI S. DONATO
La piccola chiesa campestre, situata a monte del paese, nella località omonima, rappresenta uno dei monumenti più preziosi e rappresentativi della maiolica di Castelli per il suo soffitto maiolicato del secolo XVII.
MUSEO DELLE CERAMICHE
Ameno di 2 km dal paese, verso la montagna si può visitare l’accogliente Museo delle Ceramiche di Castelli, istituito con L.R. 24 gennaio 1984 ed inaugurato il 5 agosto 1984. La degna e funzionale sede della struttura, è l’antico convento francescano, di proprietà del Comune, edificato nel 1696, con l’annessa chiesa di S. Maria di Costantinopoli e col bel chiostro affrescato fino al 1712. In questa luogo le antiche ceramiche di Castelli, inserite nel paesaggio e nella cultura che le hanno generate, assumono un significato e un fascino particolare ed emozionante. Prima che il Museo venisse istituito, per poter guardare le ceramiche di Castelli era necessario spostarsi nelle sedi delle principali collezioni pubbliche e private del mondo,
ISTITUTO STATALE D’ARTE ‘F.A.GRUE’
Contigua al Museo delle Ceramiche, a sottolinearne la naturale continuità culturale, L’imponente costruzione dispone di ampie aule, macchinari tra i più moderni e sofisticati, attrezzature di alto livello, laboratorio di informatica, biblioteca ed attrezzature sportive. Oggi è l’unica scuola superiore posta nell’area del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Fu fondato nel 1905, a sostegno tecnico e culturale dell’ artigianato locale, con regio decreto n. 231 del 21uglio a coronamento della paziente opera di due illustri castellani: Beniamino Olivieri, sindaco e Felice Bernabei, direttore generale delle antichità e belle arti, La scuola fornisce la preparazione propedeutica per lo sviluppo delle attività professionali nel campo delle arti visive, con particolare riferimento all’artigianato artistico e rende possibile l’accesso a tutte le facoltà universitarie, alle accademie di belle arti e scuole di design.